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tra i due bricconi, amicizia nefanda di colpe codarde ed oscure.

In mezzo a tanta corruttela morale, morto non era però nel cuor di Nunzio ogni sentimento di amore per la famiglia, che egli aveva abbandonata e coperta d’infamia; ed una volta mandolle una somma, ma senza rivelarle il luogo in cui trovavasi, il genere di vita al quale si era dato, e il compagno che la sorte gli avea fatto incontrare e che davagli a poco a poco la spinta al patibolo.

Questi due individui s’incamminavano la notte del 22 gennaio 1827 verso Portici, stampando i loro passi di belve feroci su gli spessi strati di neve.

— Tu dici adunque, dicea Nunzio, che domani all’alba partirà il marito?

— Ne sono sicurissimo; da due mesi gli tengo le spie addosso, sto in sull’avviso, e questa mattina finalmente sono stato informato che per diplomatiche faccende egli debbe per alquanti giorni allontanarsi. Pare che sua moglie abbia preferito di starsene a Portici durante l’assenza del marito, perchè ieri appunto ei la meno qui.

— E sei certo che per domani sera non tornerà?

— Certissimo, come di dover morire...

— Ucciso o appiccato, soggiunse Nunzio con sogghigno.

— Ti rimando l’augurio, amicone, risposegli il notaio toccandogli le spalle... A fe mia, faresti una bella figura sulla forca! Come ri-