Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 1.djvu/45


— 45 —

ferrare la scritta presentatagli; ma il giovin calabrese rimossela alquanto, e poi, sempre ritenendola nelle proprie mani, gliela porse a leggere.

Rinunziamo o dipingere lo stato dell’anima di questo avaraccio nel divorar cogli occhi quelle righe. Un orrendo tremore il prese, quindi... un capogiro... uno svenimento... e cadde sovra una sedia.

Gaetano sorrise, e, cavando di tasca un’ampollina in cui era posto un certo farmaco alcoolico, l’accostò alle nari del vecchio, dicendogli:

— Ho preveduto questo svenimento ed ho portato di che rimediarvi... Per buona ventura m’intendo un poco di medicina. Questo spirito fa svanire gli svenimenti. Rimettetevi, signor Tommaso; la vostra vita in questo momento mi è cara oltremodo... abbiate pazienza per pochi altri minuti, e poi, se vi garba, morite a vostro talento.

Poco stante, il notaio, rianimato dallo spavento e dalla sorpresa più che dall’azione dello spirito, con faccia pallidissima e con occhi stralunati dimandava:

— Dove trovasti questa carta?

— Oh bella! non è questo il titolo principale del mio credito?

— Del tuo credito!

— Certo... Su via, notaio, slarga la tua borsa... e finiamola.