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male onde fu tratta alla tomba nel breve giro di diciotto anni, quando lo stame della esistenza sembra per lo appunto più vigorosamente tessito e più difficile a rompersi.
Orrendo colpo fu pel povero Gaetano la infermità della sorella, in quanto che neanche il sollievo aver potea di tenersela in casa e curarla coi più efficaci mezzi dell’arte, o almeno alleggerirle il male con tutta quella espansione di tenerezza fraterna, che è pure un balsamo pei sofferenti; e più orrendo colpo fu anche la morte di lei, come quello che, squarciandogli il petto pel dolore di tanta perdita, accrescer dovea la sua miseria, privandolo dell’aiuto che Caterina portava alla famiglia.
Da molti anni i giorni di Gaetano scorrevano tra gli studi ardentissimi della sua professione e le durissime fatiche cui assoggettavalo il sordido notaio. Dalla curia allo spedale, da questo alla curia, e quindi, la sera fino a notte avanzata la lettura o le scientifiche lucubrazioni; era questo il viver che faceva Gaetano, interrotto solamente da poche ore di sonno, e sostenuto da scarso e malsano nutrimento.
Tommaso Basileo, il notaio, era una di quelle tante varietà dell’uomo tigre, di cui abbonda sciaguratamente la razza umana. Questa specie maledetta di esseri abortivi prende suo sviluppo ogni di vie più in mezzo alla pretesa civiltà dei tempi. Era quel notaio un curioso impasto di diversi animali, tanto nel fisico quan-