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era caduto in modo che col capo e con le spalle covriva due gradini... Gaetano respirò..... rimosse il cadavere da quel luogo, e sollevò la carta accesa che avea nelle mani.

Quelle gradine menavano ad uno stretto corridoio, in fondo al quale era una porta bassa... Ei si ricordo che quando venne introdotto in quella specie di sepoltura, gli fu ingiunto di abbassar la testa e di scendere per quelli due gradini...

La carta accesa, epperò la luce durò appunto tanto quanto bastò a Gaetano di sgangherare il pesante lucchetto, e aprir quella porta... Nell’uscir che ei fece, l’aria esterna e tepida gli rifluì sul cuore un torrente di gioia, come se veramente fosse uscito da una tomba...

Era notte!... Gaetano si trovò bentosto fuori di quel palazzo, dal quale più non doveva uscir vivo... Non ostante l’asprezza della sua ferita, discese precipitosamente l’erta di Betlemme.

La carrozza non si era dipartita.

— Che ora è? chiese Gaetano al cocchiere cacciandosi in fretta nel cocchio.

— Le nove e mezzo, signore.

— Va bene... Ritorna alle Crocelle.

Gaetano era stato in quella tomba circa sette ore.


fine del volume primo.