Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 1.djvu/212


— 212 —

che, ma due altre braccia erano libere, e toste egli si sentì stretto alla gola da due pugni di ferro... e la sua respirazione fu interrotta.

Era finita per lui!... Pochi altri secondi, ed altre tenebre lo avrebbero circondato nella eterna loro caligine, le tenebre della morte... Egli sentiva scoppiarsi il petto e il cervello... la soffocazione il vinceva, nè potea difendersi, perocchè, se abbandonava uno delle braccia dei suoi nemici, lasciava libero il proprio petto a un pugnale...

In un momento un grido lacerante si fa udire... Uno degli assassini è ferito... mortalmente ferito.

Uno de’ due sicarii, fatto uno sforzo inaudito, era pervenuto a sprigionare il suo braccio; tosto egli avea vibrato un colpo; ma invece di ferir Gaetano, avea trafitto il fianco dell’altro sicario.

L’assassino era caduto...

Gaetano avea questa volta libero il braccio destro, sel cacciò immantinente nella tasca, afferrò una delle pistole, e puntatala sul petto dell’altro avversario che ancora cercava di soffocarlo, scattò il grilletto... Una costola dell’assassino era infranta... Ma Gaetano era caduto anch’egli privò di vita, imperocchè l’assassino, nel ricevere il colpo, aveagli stretto la gola con tanta forza che l’infelice sentì il sangue affogargli il cervello... e cadde come morto.

Non sapremmo dire quanto tempo ei rimanesse nello stato cadaverico... Il sentimento della