Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 197 — |
— Su questo la sbagliate, sig. cavaliere, perchè io non mi batterò con voi.
— Non vi batterete con me?
— Vi ripeto che non mi batterò con voi.
— Che vuol dir questo? Sareste mai tanto vile...
— Adagio, adagio, sig. cavaliere, riprese pacatamente Gaetano... Vi dimostrerò perchè non posso battermi con voi, e perchè non sono un vile.
Il cavaliere sembrava dominato da una smaniosa impazienza.
— Ma io non ho tempo da perder con voi.
— Un poco di pazienza, sig. cavaliere... eccomi a voi... Prima di tutto, non posso battermi con voi per due ragioni... Ascoltatemi bene. La prima si è che, se ci battiamo, sia che io ammazzi voi, o che voi ammazziate me, io non potrei render la vista a Beatrice e quindi sposarla... Comprenderete che questa ragione vale per cento... Se io vi ammazzassi, siccome i duelli sono vietati, sarei quindi arrestato, processato, e Dio sa quanto tempo si perderebbe... Ed io ho fretta... capite... ho fretta di sposare quell’incantevole creatura... ho fretta di ridonarle la luce degli occhi.
Il cavaliere era pallido per estrema rabbia.
— La seconda ragione, continuò Gaetano con la stessa placidezza e fingendo di non accorgersi dell’effetto satannico che le sue parole producevano sull’ex-fidanzato di Beatrice, la seconda ragione... la quale dovrà essere molto potente per voi, si è che voi avete tutta l’ap-