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E ciò dicendo, la ponea sovra una mensoletta accanto al cavaliere.

— Per ora non si tratta di questo, disse Amedeo con disprezzo... Qualunque sieno questi motivi, sarà una faccenda che passerà tra me e il marchese Rionero... Per ora si tratta d’un conto che dovete saldar con me.

— Pria di tutto vi fo osservare, rispose Gaetano, che voi siete stato il primo ad offendermi, e che a me spetta il domandarvi soddisfazione.

— L’è questa una inutile gara, mio caro Britanno, soggiunse con dileggio il cavaliere... Sia stato io o voi il primo ad offendere, il certo è che il sangue soltanto può colmare la lacuna che esiste tra noi... Io vi abborro e vi ho abborrito dal primo momento che una stella perversa vi menò a Sorrento.

Gaetano rispose con la solita freddezza:

— Se io vi ho ispirato odio e antipatia dal primo momento che mi avete veduto, voi dal vostro canto mi avete ispirato solo disprezzo.

Il cavaliere si alzò furioso.

— Pensate che siete in mia casa.

— Ci ho pensato.

— Sono stanco! sclamò il cavaliere si finisca questa insopportabile conversazione... Confesso di essere stato il primo ad offendervi... Se non isbaglio, vi chiamai un mostro, n’è vero? Ebbene, scegliete le armi ed un secondo... e tra un’ora sia tronca tra noi la quistione.

Ciò detto, tornò a sedersi.