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XII.
un ricordo inopportuno.
Il domani di buon’ora Gaetano partiva per Napoli, dopo aver rassicurato il marchese e Beatrice, promettendo loro di non battersi col cav. Amedeo.
— Non dovrò adoprare altre armi, ei disse loro, che una parola... Non dubitate; resterò tutta questa giornata in Napoli, avendo lasciato le mie carte all’Albergo delle Crocelle... Domattina ritornerò a Sorrento per non più dipartirmene.
Il marchese gli accomandò prudenza e circospezione, ed il pregò di consegnare al cavaliere la lettera che gli avea scritta il giorno innanzi, e che nel trasporto della sua collera avea dimenticato di dargli.
— Verso le undici antimeridiane, Gaetano giunge a Napoli.
Ei portossi immantinente alle Crocelle, assestò le sue carte, si fece recare abiti nuovi e tagliati all’ultima moda, si vestì con ricercatezza, caricò una pariglia di pistolette inglesi a quattro colpi e le pose nella tasca di lato della sua giubba di color fumo di Londra, ov’era benanche riposto un portafogli che conteneva gran numero di biglietti bancali, e un piccolo ordegno d’oro, nel quale erano rinchiusi varii gioielli.
Uscito dall’albergo, si fece venire una car-