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— Che! sclamò la cieca... un altro! E chi mai?..

— Oliviero Blackman.

— Egli!!

La fanciulla si covrì il volto con ambo le mani. Non mica il rossore, ma una pallidezza mortale avea coperto le sue sembianze.

Il padre chinò il capo in atto di scoraggiamento, e nell’interno della sua anima sclamò: Ben lo sapevo!

Vi sono alcune situazioni nella vita in cui la cosa più difficile è il profferire una parola, una frase, un concetto; ed il silenzio, invece di troncar le difficoltà, più le ingarbuglia ed infosca.

— Il tuo moto di ripugnanza è giusto, figlia mia, disse indi a poco il Marchese, imperciocchè Oliviero è, come dicesi... deforme.

Beatrice non rispose.

— Sì, continuò il padre, egli è deforme... le sue fattezze sono scontraffatte e irregolari;.. ma non affrettarti a pronunziar la sua condanna di morte... egli ha per sè un potente difensore... la sua anima.

Beatrice continuava nel suo agghiacciate silenzio; ma il suo seno era agitato, e il biancore del suo volto era estremo.

— E dico la sua condanna di morte, ripigliava il genitore, perciocchè ei ne morrà... sì, ne morrà, se tu lo rifiuti; come al contrario, se tu l’accetti, figlia mia, egli strapperà da’ tuoi occhi le tenebre che ora ti circondano, e nell’uomo che sarà tuo marito tu adorerai,