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quello che li circonda pel consueto debbe avere condizioni tutte particolari ed ordinamento simmetrico tale da non assoggettarli a continue aberrazioni e contrarietà. La camera di Beatrice era dunque un santuario, nel quale non era permesso a nessuno di entrare, sè non che al padre e a Geltrude. La ragione di questo provvedimento stava nella necessità di una immutabile disposizione delle masserizie di lei. Ogni oggetto, ogni mobile avea il suo sito particolare dal quale giammai non si partiva, tranne che ella medesima non ne avesse cangiato la disposizione. Un letto di ottone di gentil forma e di velati coltrinaggi era posto coi piedi volti verso la porta che corrispondeva alla camera assegnata a Gaetano. Alla dritta di questo, letto era situato un elegante forziere di mogano, e alla sinistra un deschetto da lavoro. Un camino all’inglese era posto dappresso al balcone, e presso al camino un allucidato mobile di palessandra, che serviva da scrivania e da farvi merenda. Quattro grandi pastorine componevano il resto del guarnimento di quella camera. Portiere di seta bianca dalle nappe a fili di argento cascavan divisate a bande su pe’ palchetti della porta d’ingresso e del balcone, a grandi comignoli in mezzo terminati in pine d’oro.

Era consuetudine di Beatrice gittare ogni sera in un quaderno di carta i pensieri, le impressioni, le ricordanze che ella avea premura di strappare al volubile soffio del tempo. Non è necessario far notare con quale paterna pa-