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ziosaggini, andavano disciogliendosi in diversi gruppi, e la sala sarebbe rimasta vuota immantinente, se una voce sonora e profonda non si fosse fatta udire in mezzo di loro, cagionandovi universale sorpresa.

— Signori, dicea quella voce, restate; supplirò io al professore; il morbo, ond’è morta questa donna, è stato da me attentamente seguito in tutte le sue fasi; io ne avea già fatto la diagnosi e la prognosi, e comunicato avea le mie osservazioni al Lettore, il quale trovatele avea giuste. Non intendo levarmi a cattedra, ma solo esporre ai lumi ed alla intelligenza dei miei compagni il frutto di due mesi di clinica, seguita pazientemente su questa infelice che ora giace sul tavolo anatomico.

Gli studenti si guardavano l’un l’altro, ed all’ironico motteggio che pocanzi contorcea le loro fisonomie subentrata era una specie di stupore; imperocchè fino a quel momento tenuto aveano Gaetano in conto di stupida creatura. Era la prima volta che udivan la sua voce, perciocchè giammai parlato avesse con qualcuno dei suoi compagni, o interrogato il lettore, il quale chiamato non l’avea giammai alle conferenze, estimandolo scemo d’ingegno.

— Parli pure il signor Gaetano, grida una voce. E tutti a coro gridarono:

— Al cadavere! al cadavere!

E Gaetano si sedette sulla sedia del professore, dappresso al marmo anatomico. Il suo volto era estremamente pallido.