Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 1.djvu/149


— 149 —

vine suonato aveva il campanello della sua casa.

La porta fu aperta e tosto rinchiusa dietro l’uomo che vi era entrato Gaetano allora salì gli altri pochi scalini che lo separavano dalla porta, ed accostato l’orecchio, si pose ad udire.

Una famiglia povera e onesta ivi abitava... Tre fanciulli che si erano avviticchiati alle ginocchia del padre, dimandandogli pane; una moglie affettuosa, una madre tenerissima che per 36 ore, invece di pane, aveva dato baci e lagrime a’ suoi figliuoletti. E Gaetano udiva la voce della donna che diceva al marito:

— Ma, Errico, tu sei pallido!.. hai la cera spaventata! dì, come ottenesti questo poco di cibo?

E il marito mendicava le parole:

— Oh... niente, Betty ho lavorato in casa d’.. un... avvocato, non ti dar pensiero di ciò.

Mangia... dà a mangiare a queste care creature.

E la moglie:

— Che nome ha questo avvocato?

— Ah... si chiama... Mister Brook.

E la donna, piangendo di gioia, esclamava:

— O Dio benedetto, sia ringraziata la tua immancabile provvidenza!

E i fanciulli battevano le mani alla vista del cibo, ed abbracciavano il loro genitore, che li divorava di baci così forti che avevano, del disperato.

Un generoso pensiero crasi affacciato alla niente di Gaetano; ma il suo malvagio istinto lo combatteva; pure questa volta ei cedette al genio del bene... e tirò la cordellina del campanello.