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Una sera egli attraversava un vicoletto scuro e poco frequentato, pel quale gli era stato forza di passare, reduce da una visita che avea fatta in quelle circostanze. Un uomo, un giovine di un trent’anni all’incirca, miseramente ma con compostezza vestito, se gli fa incontro, e con tremante voce gli dice:

— Signore, in nome dell’umanità e di Dio, datemi qualche cosa... ho una moglie e tre figliuoli che languono per fame.

— Tanto meglio, rispose Gaetano... avrai un impaccio di meno quando saranno morti.

— Signore... voi siete la quinta persona, alla quale ho chiesto l’elemosina inutilmente; vi ripeto che i miei figliuoli mancano di pane da trentasei ore.

— Vanne al diavolo, tu e i tuoi figliuoli... Quando non si ha danaro, non si fanno figli,, non si regalano pitocchi alla società... Lasciami andare.

E Gaetano volea sprigionare il suo braccio da quel pugno di acciaio che l’avea stretto; ma quegli noi lasciò mica, e, traendo una pistola dal petto, la piantò sul volto del medico, dicendogli:

— Ebbene, poichè non avete visceri d’uomo, mi costringete a valermi del mio dritto alla vita... Presto, la borsa, o le tue cervella salteranno in aria.

Gaetano cavò tosto la sua borsa, e consegnolla a quell’uomo, ne’ cui occhi vedea già balenare una luce di sangue.

— Eccola, gli disse: perchè non avete cac-