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due manichi della pignatta con un canavaccio per non iscottarsi le mani, rimase a metà dell’opera, e sorpresa levò il capo a guardare il figlio di suo figlio.
Sei matto neh!.. Che e quello che dici? Hai preso un terno al lotto?
_ Ti dico, nonna, che la nostra miseria è finita; or potremo anche noi gozzovigliare a uffa; ormai godremo anche noi d’un poco di ben di Dio.
La nonna fece un atto d’impaziente credulità, versò nel piattellino tutto il contenuto della pignatta, ed esclamò:
To! sono pure scema di senno a darti retta!
— Nonna, tel dico nel miglior senno del mondo... la nostra miseria è finita.
Il volto di Gaetano era troppo serio e commosso per poter supporre che avesse avuto il talento di celiare... La donna il guardò negli occhi qualche pezza, e stette come trasognata. Gaetano divinò il pensiere della vecchia e si affrettò a dirle:
Non temere, nonna mia, non ho commesso nessuna cattiva azione... almeno... io personalmente... Ma sarò ricco, sarò ricco!.
Ma di’... parla, non farmi stare sulle braci; diciframi questo enigma... Come, quando, in che modo sarai ricco?.. Com’è finita la nosta miseria!!
Per ora non posso dirti nulla, nonna mia. Non ho un momento da perdere... e debbo u-