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Geltrude uvea dato cominciamento al settimo capitolo, quello principia con queste parole:
«Il padre Cristoforo arrivava nell’attitudine d’un buon capitano che, perduta senza sua colpa una battaglia importante, afflitto ma non iscorato, sopra pensiero ma non istordito, a corsa e non in fuga, si porta ove il bisogno lo chiede, a premunire i luoghi minacciati, a rassettare le truppe, a dar nuovi ordini.
La pace sia con voi, diss’egli in entrando. Non vi è nulla, da sperare dall’uomo: tanto più bisogna confidare in Dio..»
La voce del Marchese interruppe Geltrude, e la chiamò... Era l’ora di preparar la colezione.
Interrotta così nella sua lettura, Geltrude pose il lacciuoletto di seta in mezzo alle pagine del Manzoni, al punto in cui avea rifinito di leggere, rimase il libro sul poggiuolo, e andossene in sull’appartamento a preparare la colezione.
Beatrice restò sola nella villetta — Ella s’incamminò verso la Flora — Chiamava ella in tal guisa un piccol recinto circondato da un boschetto di aloe, in mezzo al quale sorgea, tra gentile aiuola di fiori, bella, statua di marmo rappresentante una Flora farnesiana — La cieca aveva imparato a conoscere, dallo stelo o dalla forma de’ petali, ciascun fiore, e spesso dal semplice olezzo. In bella disposizione erano ordinati que’ fiori, imperocchè vedevi