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Quindi possiamo ritenere per certo che Francesco non si allontanasse per allora da Siena, e parlar di lui, siccome ivi dimorante, uno stromento di compra nell’archivio delle gabelle dei contratti. Nel bimestre di settembre ed ottobre dello stesso anno sedè nel supremo magistrato della patria sua, così leggendosi nel libro Leone al N.° 5 e 42.

Fone di Francesco Salvi Capitano del Popolo.

Musciatto d’Ildebrandino Cerretani pell’ordine de’ Gentiluomini.

M.o Francesco di Giorgio di Martino.

Alessandro di Galgano Bichi pell’ordine de’ Nove.

Adunque, stante la costituzione che vigeva allora in Siena, Francesco rappresentava nel supremo magistrato l’ordine ossia Monte de’ Riformatori, essendo gli altri tre Monti retti dai suoi colleghi: ancora vedesi ch’egli, siccome detto si è di sopra, era uomo nuovo, non essendo iscritto in alcun ordine, dico che non era nobile, nè popolano grasso per dirla alla fiorentina d’allora.

Uscito di posto, ritornò come ingegnere ad adoprarsi per la patria sua nell’affare non ancora composto di Montepulciano; fors’egli trovossi allora sciolto dal male che impedita aveagli la gita a Napoli, e fors’anche la lettera qui unita (scritta da Chianciano) può far più forte il sospetto che quello non fosse che un simulato pretesto1.

Mag.ci Domini: «Dopo l’ultima scritta ad V. M. S. siamo giunti insieme col comissario Fiorentino ad Monte Pulciano domenica passata: et lui et noi, et noi et lui abiamo mostre le ragioni di queste comuni, dipoi prese a studiare le ragioni...... essendoci M.o Francesco di Giorgio, la venuta del quale è stata molto a proposito, si cavalcò insieme con lui al Chastelluccio ad rassettare el modello in quelle parti fusse di bisogno, et crediamo tra ogge e dimani sarà expedito. Domane non mutando el Comissario Fiorentino saremo insieme a’ntendare quello voglia dire.... xviij Dec. 1493»:

  1. Arch. cit., lettere, filza 50. All’anno 1494 riferisce il Machiavelli ne’ Frammenti istorici il sollevarsi de’ Montepulcianesi, i quali tenendosi troppo gravati dai Fiorentini alzarono lo stendardo di Siena. Pure anzichè a queste contingenze, parmi da questa lettera che la gita di Francesco si aggiri intiera sulle antiche contese coi Chiancianesi. Sedici anni durarono queste novelle contese, composte solo nel 1511 da Giacomo Simonetta, inviato colà da Giulio II (Litta, Famiglia Simonetta, tav. II).