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di fr. di g. martini. | 71 |
di Giorgio architetto: respondemo quel medesmo che in dì passati havemo resposto ad le prime lettere de le S. V. che per essere dicto mastro francisco venuto fora del tempo che haveva promisso et havendose trovate le cose nostre multo sbaractate, et anche essendoce accaduta la suspicione se babe del Turcho, lo fecemo venire apresso de noi per li bisogni, quali avessero possuto occorrere. per li quali ci persuademo, quando fosse stato necessario, le S. V. non solamente ce haveriano mandato lui, ma omne altro che havessemo recercato. Et così è bisognato retenerlo più de quello ce credevamo: adesso attendemo ad farlo expedire, et multo presto ne lo remanderemo, secundo per altre nostre havemo scripto alle S. V. ali piaceri de le quali ne offerimo».
B. Bernaudus.
A questa lettera nella quale con tanta alterigia dimostrava il Duca di quanto egli preponesse l’utile proprio alle necessità dei Sanesi, ne faceva succedere un’altra scritta, parmi, allorchè Francesco si ridusse in patria: in questa riparla il Duca del viaggio di Puglia e delle provvisioni contro il Turco, e raccomanda l’ingegnere alla signoria onde restituiscagli il camerlingato, com’ei dice, delle fonti, toltogli dalla repubblica per non essere egli comparso a tempo ad assistere ai lavori, ossia come scrive il Duca con ancipiti parole li è stato tolto per essere in questi mesi venuto a li servigi nostri: Eccola1:
«Si Francisco de Georgio, architecto de questa città, è tardato ad retornare, non è mancato per lui, nè meno per noi; ma è stato casone che venne multo tardo et fora del tempo che lo aspectammo: per la qual cosa se trovarono le cose dissordinate. Et anche essendo successa in la estate passata la suspitione de’ Turchi che fo, lo condussemo con noi in Puglia per quello havesse possuto bisognare, secundo per altre havemo scripto a le S. Vostre. Da poi per havere
- ↑ Arch. cit., filza cit. Gaye, doc. CLIII.