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Ma il Duca, al quale troppa fatica costato avea per ottenere il nostro ingegnere, e d’altronde assai bene adopravalo nelle moltiplici e gravissime occorrenze sue, non era d’animo di dargli licenza, sinchè non avesse compiuto i suoi incarichi: al Duca stesso perciò volgevasi il comune di Siena colla seguente lettera dell’ll settembre 1492.

(Calabriae Duci his verbis scriptum est) (1):

«Come desiderosi in tutte le cose compiacere V. S. Ill. ad requisitione sua mandammo lo diletto nostro cittadino Francesco di Giorgio architetto, et già più tempo ne dovea ritornare per la expeditione de lo officio suo, el quale in sua absentia ha patito non piccolo detrimento, e maxime in due capi principali et importantissimi a la repubblica nostra, e l’uno è de le fonti, ale quali è mancato molto l’acqua per rispetto deli aqueducti li quali non cessaro ridurli ala sua perfectione: et laltro lo Lago nostro lo quale appropinquandosi lo verno è di bisogno provedere ad alcune cose per la perfectione di epso. Et pertanto preghiamo V. S. Ill. che li sia di piacer darli licentia che con prestezza venga per le cause soprascripte, et quantunche volta piacerà ad V. S. Ill. li sarà di bona voglia mandato, intermettendo etiam le faccende nostre pubbliche per far cosa grata ad quella, a la quale ci raccomandiamo. Bene valete».

Fu inviata la lettera, e poichè il Duca non rispondeva, fugli riscritto per parte della Signoria, ed in data dei 4 ottobre, una novella lettera simile affatto alla surriferita, però colla seguente aggiunta: «Pertanto preghiamo V. S. Ill. con ogni efficacia che vogli essere contento di darci questo piacere attese le urgenti cause che ci sonno, de le quali havendone V. S. particulare informatione non possiamo credere che voglia ritenere l’architetto nostro».

Ricevuta tal lettera, così rispondeva Alfonso (2):

Magnifici domini amici mei carissimi.

«Havendo noi inteso quello che le S. V. ne haveno replicato per loro lettera de’ iiij del presente circa lo retorno de maestro Francesco

  1. Arch. cit., copialettere 121. Gaye, in calce al doc. CLIII.
  2. Arch. cit., filza cit. Gaye in calce al doc. CLIII.