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di fr. di g. martini. | 43 |
sendoci maestro Francesco di Giorgio, la venuta del quale è stata molto approposito, si cavalcò insieme con lui al Castelluccio ad rassettare el modello in quelle parti fusse di bisogno ec.».
Ancora durante la controversia de’ confini, trovasi in data del 1.° novembre 1487 del citato copialettere: Franciscus Georgii architector et Paulus Salvettus missi sunt commissarii ad partes maritime ob non nulla exequenda et habuerunt litteras commissionis et obedientie in forma consueta. Del Salvetti ingegnere, che queste ed altre opere condusse in Maremma, distese la vita il benemerito Romagnoli.
Dato termine a quanto allora maggiormente premeva, pare che Francesco tornasse presso il duca Guidobaldo, nel di cui consiglio appunto allora erasi proposto di atterrare alcuni piccioli e mal muniti castelli dello stato, e sostituirne altri capaci di miglior difesa1: certo egli era in quello stato principiando l’anno 1489, come da lettera molto importante, scoperta dal Romagnoli, e stampata dal dottor Gaye al docum. CXXXV: «Come zelante della patria me parso dare notitia a vostre spectabilità, come venere a note a hore cinque fu dato aviso al S. D. (Signor Duca d’Urbino) chome a perugia si feva cierta radunata di giente darme e fantarie, e che ognora venieno più mortiprichando, e che questi vanno a chose fatte. Sonoci di poi altri avisi, alchuni dichano esare tratato con Città di castello perchè el papa (Innocenzo VIII) e Lorenzo (il Magnifico) desiderano fare e gienero (Franceschetto Cybo figlio d’Innocenzo, sposo di Maddalena figlia di Lorenzo) gran maestro, e darli qualche estato; il che sarebbe molto a suo proposito. Altri dichano esare per volere imbrigliare perugia, il che non è verisimile fesano lì la radunata, e che loro (i Baglioni) lo soportasero. Anche dichano di Siena; et questo lo va più a pelo che nissuna di queste altre, assegnandone più ragioni. E che mai e’ fiorentini ebbero meglio el modo a riuscirlo che adesso, massime trovando Siena in istrani termini, et per divertare da se, starebe tacito2;
- ↑ Baldi, Vita di Guidobaldo I duca d’Urbino, libro III, pag. 97.
- ↑ Seguo la lezione del Gaye: il Romagnoli legge massime trovandosi ora in istrani termini. Forse il nostro Francesco intende qui di Nicolò e Paolo Vitelli che signoreggiavano Città di castello con assenso e mala voglia dei Papi; pronti sempre i Vitelli a spogliar gli amici nonchè ad abbandonarli nel rischio.
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