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Magnifici domini fratres carissimi.

«Io ho commesso a Franc.o da Siena mio architetto presente portator che per mia parte dica alcune cose ale S. V. Piaccia a quelle crederle et darli piena fede quanto a me. Aparecchiato ali piaceri dele S. V. Eugubii xxi iunii 1481 ec.».

E nel detto anno ei proseguiva la sua dimora in Siena leggendosi di propria mano la denunzia de’ beni per lui posseduti, in questi termini: «A. 1481. Dinanzi a voi spectabili cittadini eletti a fare la nuova lira dicesi per me Francesco di Giorgio di Martino avere li infrascritti beni. Una chasa di mia abitazione nel terzo di città posta in sula piazza di Santo Giovanni, el suo magazzino dietro detta chasa el quale tiene Battista Pianellaio per ponarvi ec..... Item cinque figliole femine e una di queste d’anni dodici e uno fanciullo maschio di sei mesi e la donna gravida. Rachomandomi ale vostre spectabilità» (1). Questo stabile nella tassa del 1498 è denunziato per lire 425. 4. In altr’atto del 1488, veduto dal Romagnoli nel tomo XXVI delle Denunzie, Cecco è detto padre di quattro femmine e due maschi.

All’anno 1482 spettano i lavori ch’egli pei suoi creati condusse in S. Francesco di Siena, giusta la cronaca dell’Allegretti: ma di ciò ho parlato quando cadde discorso dell’edificazione di quel convento. Questa notizia del cronista sanese è del 2 di settembre, e da essa impariamo che Cecco era in Urbino quando il duca Federigo moriva in Ferrara il 10 settembre del 1482: l’artista perdè in esso un patrono altissimo e di tutta efficacia, nè gliene fu ingrato, poichè nel trattato d’architettura ch’ei rifece dopo morto il Duca, impiegò alcune pagine a tesserne le lodi in modo che vedonsi in lui mosse da affetto di riconoscenza, apertamente dichiarando che l’animo suo sarebbesi smarrito nell’indagare le difese da opporsi alle nuove artiglierie, quando non gli fosse soccorso l’aiuto ed il fomento prestatigli da Federigo, dal quale siccome figlio fu amato, e signor suo sempre chiamandolo e venerandone la memoria; bene anche fece Guidubaldo figlio e successore di Federigo ritenendo al suo soldo quest’uomo confidente del padre, pratico delle cose di stato,

  1. Arch. delle Riform. Denunzie vol. 20. La lira è il catasto de’ Fiorentini.