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di fr. di g. martini. | 31 |
«Io ho qui alli servitii miei Francesco de Giorgio vostro citadino et mio dilettissimo architecto qual desideria fosse messo in quello Magnifico Regimento perchè così recerca lingegno, bontà, prudentia et virtù sue. Per tanto prego Vostre M.tie che li piaccia de eleggerlo aciò et a numerarlo cu li altri dello stato, che da quelle lo riceverò in singolar apiaxer: come più largamente referirà el vostro M.co Ambaxiatore per mia parte, Et rendanose certe le S. V. che se io non fosse certo, che de lui non se po ma sperare altro che bene fedelità et utile de quello stato Io non lo meterìa nè pregarìa per lui, Et ultra ciò recomando ale S. V. Berardino di Lando et li fratelli che se non possono obtener el stato almeno non siano confinati che luno et laltro receverò in gratia di V. S.rie et mi serà tanto grato quanto cosa che per uno tracto lo potesse ricever da quelle alle quali mi offero et racomando. Ex Durante xxvj Julii 1480».
Federicus Dux Urbini Montisferetri ac Durantis Comes et Regius Capitaneus generalis ac Sancte Romane Ecclesie Confalonerius».
Direzione. Magnificis et potentibus dominis fratribus carissimis dominis Officialibus Baylie civitatis Senarum.
Non ottenne Francesco dalla lettera del Duca quanto sperava: ebbe però dal reggimento della patria la sovrastanza come architetto del comune di Siena per rifare il cassero di Sesta1 pel quale furono dati fiorini 500, ed eletti operai Paolo di Vannoccio Biringucci ed Agnolo Benassai. Segue all’anzidetta una memoria dicente: «La fabrica di Cerreto è giudicata di grande importantia però si elleggono operai a quel lavoro Pandolfo Petruccio, Pavolo di Vannoccio e Francesco di Giorgio». E queste notizie ne indicano come il Martini dimorasse in patria qualche tempo, non cessando però dal servizio del Duca, chè anzi gli era ambasciatore in alcuni affari, come dalla presente lettera che Federico inviava ai signori della balìa di Siena2.
- ↑ Archivio delle Riform., fascio 22 e 23. Il Cassero di Sesta avevanlo comprato i Sanesi dagli Ubertini nel 1388. (R. I. S., vol. XIX 389). Il Cerreto sotto mentovato è certamente il castello detto Cerreto del Chianti in Val-d’Arbia a sei miglia da Siena.
- ↑ Arch. delle Riform., filza n.° 5. Gaye, nota al docum. CVIII. Anche a questa lettera manca risposta ne’ copialettere della Repubblica.