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«Dinanzi a voi magnifici

Francesco di Giorgio dipentore, vostro cictadino, minimo servitore, con reverentia expone come benchè lui si trovi al presente absente dala cictà vostra per trovarsi a servigi del M.° Duca d’Urbino, ha nientemeno speranza a qualche tempo repatriare lui e suoi figliuoli; et havendo una sua casa in Siena nela contrada di S.to Giovanni, che risponde dietro nel chiasso di Ghiacceto (Diacceto) dove ha un’altra casella, et desiderarebbe fare uno ponte de la decta sua casa a la decta casella, ad similitudine di quello che va facto Francesco Marinelli per tanto supplica a V. S. che si degni per li suoi oportuni consigli fare solennemente deliberare che li sia concessa licentia di potere fare decto ponte et lui singegnarà fare assai bello acconcio, et reputarallo a gratia singulare dala V. M. S. a la quale sempre si raccomanda pregando Dio etc.».

Il ponte, ossia cavalcavia, gli fu concesso di fare, con questa nota, aggiunta di altro carattere, essendo la petizione autografa di Cecco: Anno domini 1477 indict. XI die viij novembr. lecta et approbata fuit dicta petitio intes: M. Dominos Cap: populi et per eos deliberatum quod ponatur ad ordines civitatis etc.1

Francesco passato al soldo del Principe Feltrio non aveva però scordata la patria: ed è bello il vedere gli attestati della confidenza che in lui poneva Siena sua ed il nuovo signore che mandavalo ad essa più d’una volta suo oratore, ed è non poco onorevole per l’artista, prova essendo che la mente sua non era ristretta ne’ soli limiti della professione. Con lettera del seguente tenore Federigo accomanda il nuovo oratore alla Signora di Siena2: Magnifici et potentes domini fratres carissimi. «Serà exibitor de la presente Francesco di Giorgio vostro citadino et mio architector qual vi dirà alcune cose per mia parte. Prego le

  1. Le minute estratte dal Romagnoli portano la tassa da Francesco pagata il 15 nov. 1477 per la petizione mandata al Consiglio: e quella del 25 detto per la petizione che vuole mandare al chonsiglio. Abitava nella detta casa ancora nel 1498: i suoi eredi nel 1509 già se n’erano spodestati.
  2. Arch. delle Riform. Lettere. Filza 5.