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318 trattato


CAPO III.

Altre avvertenze circa i porti.

Quando fusse alcun porto di grande capacità, non saria inutile fare due muri, secondo che nella figura appare, con una entrata, i quali siano levati in archi: e questa chiusa debba essere di strade, portici e magazzini circondata, acciocchè i mercanti vi possano ridursi e stare, e caricare le mercanzie e scaricarle con facilità e comodità: dietro ai magazzini ancora debba essere una coperta via con alcuni lumi perpendicolari per le cagioni assegnate e manifeste agli intelligenti1.

Appresso del porto una piazza si debba fare, e propinqua a questa la casa del capitano del porto, una chiesa, più taverne, più conserve o vivai di pesce dove per qualche via entri l’acqua dolce, come per la figura facilmente si giudica.

Se appresso del porto alcuna fortezza si avesse a fare, debba essa essere contigua con la città o castello che al porto fusse vicino, acciocchè il porto e la città parimente per quella offesi e difesi possano essere.

Alcuna volta accade far porti sopra le foci dei fiumi, dove la traversia del porto per lo vento quello riempie di ghiara e d’arena: al qual mancamento volendo dar rimedio, siano fatti rostatoi di palancati a rampino, ovvero angolo per obbliquo alla opposita parte della linea dell’impeto del vento, onde ne segue, come appare, che i venti, per questo rostatoio, all’opposita parte trasportano l’arena. Segue l’esempio2.

  1. A questa descrizione corrisponde la citata figura de’ porti.
  2. Codesti esempi, qui tralasciati, sono abbondantissimi nel Trattato I.