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libro v. 301

in mezzo a questi sia una torre triangolare, l’angolo di cui volti ver la parte debile: e da questa al primo torrone si tiri un muro doppio, dove sia una portella con due ponti levatoi che battano nelle scale espedite: e dentro del muro si faccia la via alla principal torre, sicchè per questi ponti l’un ricetto sia separato dall’altro; poi nella sommità del detto muro di mezzo sia una via con un ponte levatoio, sicchè dalla torre al torrone per questa si vada, e sicchè senza la volontà del castellano non possano quelli del torrone alla principal torre accostarsi. E quando nella parte assegnata debile fusse un monticello o luogo eminente, allora il rivellino debba essere locato incontro a quello: il soccorso sia in quella parte del precipizio o delle ripe che più fusse atto, ed a cui le parti assegnate del soccorso più convenissero, come appare per la figura.


ESEMPIO XLIV.

Rocca in sporgenza continuata di un altopiano (Tav. XXIV, 1).

Quando fusse un monte alto e ripido da una parte e sicuro dalle bombarde, e dall’altra si congiungesse col piano ovvero collina, si può in esso far rocca forte in questa forma: si faccia un cerchio di figura pentagona, della quale una faccia sia versa alla ripa, e l’angolo a quella faccia opposito sia verso il piano: nei due angoli ver la ripa siano due capannati, e nei due altri angoli a questi propinqui siano due torroni distanti dall’angolo del muro piedi 15, ed applicati a quello con due ale di muro nelle quali siano le offese per fianco: intorno a questa circonferenza sia un fosso con la via appresso al ciglio, e nel mezzo di esso fosso scarpato e pendente si faccia un altro fosso più cupo tagliato perpendicolare, e quando il terreno fosse saldo1, allora questo fosso sia più largo in fondo che da capo: e sia il ciglio di fuori aperto sicchè dai torroni sia guardato, come appare per la figura.

  1. Intendasi, di pietra o tufo.