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libro v. 293

piedi 50, alto..... (sic), per mezzo del quale passa la via con una porta, due ponti e due rivellini, da ogni parte il suo, cioè fuori e dentro della terra. Appresso all’altro torricino vi è una torre con otto facce, di diametro piedi 60, col vacuo suo quadro, ed è contigua con le mura della terra, dove è la stanza del castellano: e nella congiunzione di questa con la faccia è il soccorso col rivellino; intorno alle dette parti gira un fosso con le sue proprietà, come si vede nel disegno.


ESEMPIO XXX.

Rocca di Mondolfo (Tav. XIX, 2).

In Mondolfo1, altra terra del detto signore, ho fatto fare un’altra rocca, in questa forma. In prima, una torre a otto facce, di diametro piedi 55, ed alta 100, ed il muro suo è grosso piedi 18, ed in mezzo di questa è una lumaca per la quale i cavalli possono ascendere insino alla stanza del castellano. Appresso di questo, ho fatto un cinto di muro quadrangolare inequilatero, nel quale da basso sono più stanze, ed in sommità vi è un cortile: e dopo questo cinto ne è un altro di figura pentagona, del quale un angolo è volto alla opposita parte della torre, nella quale sono più stanze a più solari: e negli angoli di questa figura sono le offese laterali: e nella sommità dell’angolo detto, ovvero estremità, è un torrone a facce terminante in acuto, massiccio, eccetto una scala che serve a tutte le stanze del propinquo diametro2. In

  1. Mondolfo, castello reso celebre per l’assedio postogli nel 1517 da Lorenzo de’ Medici che vi fu ferito, è descritto dal Guicciardini (lib. XIII, cap, II) pel castello più forte e migliore del Vicariato, cinto di fossi e di muraglia da non disprezzare, alla quale il sito del luogo, essendo in collina, fa terrapieno: fu preso dai Pontificii coll’aiuto di una mina sotto un torrione, che gittollo a terra con parte della muraglia. Ma non bene si discerne se il Guicciardini parli della rocca o della terra: pare anzi di questa. Il Torri la descrisse nel 1733 come esistente ancora, e munita di due ponti levatoi (Memorie di Mondolfo pag. 6), i quali veramente vedonsi segnati in pianta. Così pure ne loda l’altezza e la grossezza delle mura. Vedi anche la vita dell’autore al capo IV.
  2. Del propinquo diametro, vale a dire alle stanze adiacenti. Le parole aggiunte sono del f.° 34 r.° del cod. Sanese.