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libro v. | 285 |
dire o concedere la predetta via della terra. Negli angoli di fuori si faccino i torroni, e dei due l’uno si può fare con i trasporti, come di sopra è detto, ed a maggior difesa degli altri torroni semplici, come ne dimostra la figura1.
ESEMPIO XX.
Rocca in città di doppio recinto ottagono senza torri.
(Tav. XV, 1).
Altrimenti si faccia la circonferenza della città a più facce con due cinti di muri; il primo sia grosso piedi 15, e distante da questo un altro grosso piedi 3 con contrafforti colleganti l’uno e l’altro muro, ed il vacuo in mezzo similmente di battuta terra si riempia, sicchè in tutto sia grosso piedi 30: e negli angoli della maggiore periferia siano tondi piramidali in luogo di torroni, con le offese laterali. Da una delle facce più comoda e forte si faccia l’entrata con tre reverse porte, con le offese convenienti ed i rivellini. Dentro al primo circuito sia lasciato spazio conveniente alle abitazioni o vie: dipoi si faccia un altro fosso della medesima figura angolare, con la seconda circonferenza di mura simile alla prima, con contrafforti e vacui ripieni di terra. Dopo questo, sia il ricetto dei provvisionati d’essa rocca, e poi un altro fosso, in mezzo del quale sia la rocca con capannati e altre offese che dalla rocca abbiano ingresso; poi dalla detta rocca si partano due ale di muro dividenti la terra insino alla porta di fuori, nelle quali ale siano le vie conducenti alla terra ed alla rocca, passando per scale e ponti; e nelli fianchi d’essi muri duplicati siano quattro porte che per ponti mettano nella grossezza del muro primo di fuori e nel ricetto della rocca, d’onde ne segue che tutti quelli che entrassero od uscissero dalla terra, bisogna che abbiano l’entrata e l’esito dal castellano, il quale così di tutto sarà signore. È da considerare la figura dove meglio le particolarità sue saranno conosciute.
- ↑ La figura fu omessa, nulla avendo d’importante.