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8 | vita |
Dall’anno citato sino al 1467 corre un ben lungo spazio di quattro lustri, ne’ quali non si ha parola del nostro artista: gli scrittori sanesi riempiono agevolmente questa lacuna aggiudicandogli la maggiore e la più bella parte degli edifici allora eretti in Siena, i quali, dopo altri, enumerati dal Romagnoli sarebbero: nel 1457 la piccola cappella presso la chiesa di S. Pietro alla Magione: nel 1460 l’archivolto ed il cornicione alla cappella di piazza appiè della torre del Mangia, essendo la inferior parte colle statue, opera del 1353, terminato il tutto nel 1470: e di queste due opere non ripugna il crederlo autore, come pure del dilicato sepolcro eretto nel 1462 al cavalier Cristofano Felici nella cappella di S. Galgano in S. Francesco di Siena, che è cosa bella pel tanto amore con che è condotta, ma peccante di soverchia secchezza.
Dicevano suo anche il palazzo ora Nerucci, già Piccolomini, e detto delle Papesse, edificato da donna Catterina Piccolomini sorella di Pio II in terreno presso la cattedrale, cedutole dopo lungo contrasto dal comune in deliberazione del 9 ottobre 1460, contrasto causato da ciò che il nuovo edificio avrebbe per sempre impedito il desiderato perfezionamento dell’aggiunta del duomo. La facciata bugnata e severa ritrae molto dell’architettura fiorentina, e nulla ha di comune col fare di Francesco: trovò poi il Romagnoli un documento1 del 1.° giugno 1463, nel quale apparisce con alto incarico un maestro Bernardo, il quale altri non può essere fuorchè quel Bernardo Fiorentino architetto di Pio II, e quindi anche della casa Piccolomini.
Qui cade occasione di parlare degli edifizi di Pienza. Tutti sanno, che la terra di Corsignano in quel di Siena fu da Enea Silvio Piccolomini (che vi era nato) diventato papa e dettosi Pio II, rifabbricata e dal nome suo appellata Pienza ed innalzata al grado di città. Di questa sua creazione egli assaissimo si compiaque, e dell’amor suo grandissimo
- ↑ Riformagioni Archivio. Filza 85. Stampato dal D.r Gaye in miglior lezione nel vol. I n.° LXXXI del suo Carteggio d’artisti:..... Antonius Federici de Ptholemeis cesserit nobis expendidisse certas pecuniarum quantitates in rebus adductis pro constructione eius palatii ..... et quod magister Andreas de Interamne, lapidum ductor, asserit multas pecunias debere habere ab ea (D. Catterina), et quod magister Bernardus, cui erat data commissio declarandi etc. reccssit et non declarat ec.