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ne insegna non avere riti comuni1; quarto e ultimo, se in mezzo fusse il simulacro non potriano i sacerdoti senza grande incomodità dei laici le cerimonie amministrare, come appare manifesto per il continuo moto e transito dei clerici dalle sacrestie, ovvero gazophilatio2 e ricettacoli di cose sacre al detto loco.

Alcuni altri tenendo l’opposita opinione, assegnano una ragione fra le altre, sopra il medesimo fondamento stabilita che la prima allegata in contrario, dicendo che il luogo più distante del tempio tondo o simile è il centro suo, come la terra è più distante dal cielo: perocchè il tempio tondo ragionevolmente richiede più principali porte, delle quali il centro è più distante che altra parte. La seconda, che come Dio è presente in ogni luogo e creatura, e di quella cagione conservante a cui tutte le creature hanno rispetto, pare conveniente che così il sacramento o simulacro sia nel centro del tempio, come luogo più indifferente e comune a tutte le parti del tempio, e come al centro tutte le linee della circonferenza concorrono e hanno rispetto. L’altra è, come Cristo ne insegna, che dove sono più congregati nel nome suo, Esso essere in mezzo di quelli: così è conveniente il simulacro o sacramento, essere in mezzo degli uomini congregati per laudarlo nel tempio: e perchè nella circonferenza sono più luoghi comuni e di una medesima dignità, ed il luogo del centro è unico e assoluto di tutti gli altri, pare per ciò che sia conveniente, a similitudine di Colui il quale solo veramente è, e tutte le altre cose sono ombra a Lui comparate. Ma, perchè questa è materia probabile e non necessaria, e nella quale da ogni parte più ragioni si potriano addurre, e parimente tutte le addutte risolvere, con queste assegnate è da por fine, lasciando questa quistione doversi usare a beneplacito dell’artefice. Per l’una e per l’altra parte questa avvertenza è però da avere, che volendo stabilire in mezzo il luogo del simulacro, è almeno da fare tre porte nel detto tempio, e così per opposito quando si facesse alla circonferenza, non è necessario se non una porta, benchè tre ancora se ne possa fare.

  1. De civitate Dei, lib. X.
  2. Gazophylacion, propriamente un salvadanaio, e per amplificazione ciò che nelle chiese d’Italia dicesi il tesoro.