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LIBRO QUARTO.
PROLOGO.
Benchè naturalmente ogni scienza sia dagli uomini desiderata, come testifica Aristotile nella sua Metafisica1, nientedimeno, oltre alle altre, si pascono nella natural filosofia o metafisica nella quale naturale filosofia per le cose sensibili e manifeste si elevano alla cognizione delle intelligibili occulte, intanto che passando le nature corporee generabili e corruttibili, e corpi celesti incorruttibili, perviene a qualche notizia benchè imperfetta della prima cagione. In questo discorso e via di procedere, passando più angusti passi, giunge all’intelligenza di sè medesimo e in quella più tempo e con maggior confusione persiste che nelle altre considerazioni: ma poichè alquanto tempo sopra e circa a questa sua natura ha discorso, conosce sè essere un termine e un confine che tutte le corporee e incorporee, razionali e irrazionali, corruttibili e incorruttibili nature divide, e si vede partecipare di questi estremi: perocchè considerando gli elementi, metalli e piante non avere in sè conoscenza alcuna, e i bruti animali solo tanta quanta è necessaria al vitto loro, come la quiete loro ci dimostra: e oltre a queste, comparando sè alle altre inferiori nature, si vede tutte quelle eccedere quasi senza proporzione in formosità e disposizione del corpo e istrumenti suoi, e molto più in forza cognoscitiva d’intelletto, come tante artifattive e tante spe-
- ↑ Metaphysicorum, I. 1.