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libro iii. 207

quali ciascuno potrà eleggere quello che più a lui piacerà; ma per non moltiplicare in descrizioni, e per fuggire ogni superfluità, al disegno mi riferisco1.

Poichè della suprema parte della colonna assai a sufficienza è stato trattato, conseguentemente è da terminare delle proporzioni degli stili seconda parte delle colonne. Dove è da sapere che in questa forma si può trovare la vera diminuzione: facciasi un circolo il quale ha la circonferenza della colonna da piedi (Tav. II, 4), del quale il diametro si divida in sei parti eguali: di poi si formi un altro circolo concentrico al primo, distante verso il centro dal primo da ogni parte una delle seste predette, di poi si tiri una linea retta la quale tocchi il minore circolo con lo suo punto di mezzo: dipoi quella porzione del circolo maggiore che contiene la detta linea si divida col sesto in parti sedici. E dopo questo, dalla seconda penultima si tiri un’altra, e così per ordine insino all’ottava e ultima linea: dove appare che infra queste otto linee sono sette spazii, i quali in questo modo dalla colonna si devono sottrarre. Dividasi la colonna in tre parti eguali, e le due superiori in sette eguali, e alla suprema settima particula intorno intorno si tragga lo spazio causato dalle due linee maggiori, e dalla sesta lo spazio propinquo al predetto, e dalla quarta l’altro spazio minore, e così per ordine insino all’inferiore parte e minore spazio s’intenda, restando intatta la terza parte della colonna inferiore; così saranno diminuite non per retta linea, nè eziandio per una circulare o porzione di circolo, ma per composta di sette rette linee, le quali sette particole ovvero linee per discrezione dell’architetto devono essere appropinquate alla natura della proporzione di un circolo, per non variare la diminuzione in un punto, ma successivamente, e con dolcezza così degradando sarà diminuita. Ma perchè comune sentenza è dei periti in quest’arte che quanto è maggiore la colonna, tanto proporzionalmente minor diminuzione richiede, perocchè per l’altezza sua per se medesima alla

  1. Sono disegnati in margine due capitelli corintii antichi che paiono quelli de’ templi di Vesta e di Antonino e Faustina in Roma, col composito dell’Arco di Tito. Un solo è moderno e dell’autore: è alla tav. II. 4.