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202 | trattato |
stilo per faccia, ornate secondo la invenzione dell’architetto1: le quali colonne devono avere la 1/16 o 1/18 parte della faccia sua di sporto, senza alcuna diminuzione di stilo.
Ultimatamente circa alla proporzione delle colonne è da intendere che la lunghezza, ovvero altezza della colonna sempre si debba intendere insieme la base, stipite (sic) e capitello: e non solo lo stipite, ovvero stilo.
CAPO IV.
Dei capitelli de’ tre ordini.
Essendo già dichiarato qual proporzione debba avere in se tutta la colonna, per generali regole ora è da trattare delle proporzioni delle sue parti principali, le quali sono tre, cioè capitello, stilo e base. E prima del capitello, perchè al capo dell’uomo si assomiglia e da quello il nome ha preso: dove è da sapere che a diverse specie di colonne diversi capitelli si richiede. Onde, siccome prima fu detto delle colonne doriche, come primamente furono trovate, così prima è da considerare del capitello che alle doriche si conviene: dipoi del capitello delle ioniche, e ultimo delle corintie. Le quali proporzioni con gran diligenza e non con piccola fatica per esperienza ho visto, trovato e misurato più e più volte: sicchè, di molti e molti esempi, nessuno discrepante, si può conchiudere la regola generale, come le altre universali conclusioni dalle sue particolari ricevono verità e notizia.
- ↑ Il cod. sanese (f.° 46 r.°) aggiunge che le strie si facciano alcune diricte o perpendicolari per tutto, alcune altre tutte a viti: altre però diricte et parte a viti, cioè la terza parte diricte da basso et li due altri terzi superiori lumacati, chome per experientia si vede. Et essi canali, ovvero strigie, alcuna volta ornavano di altre concavità angolari overo astragali, o intavolature a guisa di scorniciati: le quali proportioni io con gran diligentia et non pichola fatigha per sperientia ho trovato, visto, et misurato più e più volte. Le colonne scanalate con infinito studio, quali rette, quali torse, nella Basilica di S. Agnese e nel museo Vaticano, lavori egregi, assai dimostrano che codesta decorazione precedè d’assai la decadenza del buon gusto. Colonne scanalate a spira, ed altre cinte di viticchi, e foggiate come alberi mozzi, sono rappresentate al f.° 14, 15 del cod. membranaceo 1. Fatto più senno, l’autore non le ripetè. Simili ne fece Bramante nel chiostro di S. Ambrogio in Milano.