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198 | trattato |
può senza il signore, nè il signore senza il servo essere. E a questi fini devono le castella e città essere bene edificate in luoghi che siccome chiavi e legami di quello stato, sieno di tale fortezza che ad assedioni e macchine, possano resistere, massimamente verso i confini, dove con i vicini sono sempre naturali inimicizie.
CAPO III1.
Della origine e delle proporzioni delle colonne e dei pilastri.
Perchè la colonna è una parte la quale ad ogni specie di templi si può applicare, e da cui molte proporzioni di templi si traggono, è conveniente e necessario dichiarare prima a tutte le altre parti della simmetria e figura sua, e tutte le specie d’essa approvate dai periti architetti, e parimente da chi e come origine avessero. Circa all’intelligenza di questo è da sapere che l’architettura fu trovata successivamente siccome tutte le altre scienze e arti, l’uno uomo alle considerazioni dell’altro aggiungendo e correggendo, e conferendo l’uno con l’altro la verità dubbia manifesta restava: e così si può affermare anticamente gli uomini essere stati rozzi e imperiti in quest’arte come nelle altre, e questo così segue ponendo il mondo essere stato ab eterno, come esso avere avuto principio di tempo: perocchè quei filosofi che il mondo ponevano eterno di necessità concedevano che infinite volte si era trovata una medesima scienza e persa: così adunque infinite volte gli uomini sono stati ignari in architettura, e infinite esperti. Ma quelli che con migliori ragioni e più salde autorità affermano il mondo avere avuto principio di tempo da chi non ha principio alcuno, ma ad ogni cosa è principio e cagione, per altro rispetto non concedono quel medesimo. Onde puossi manifestamente affermare per alquanto spazio di tempo innanzi essere
- ↑ Nel cod. Magliabechiano sta qui (f.° 30 e 31) il prologo al quarto libro. Io lo rimando a più giusto luogo, stantechè ne’ seguenti capitoli non si parla propriamente de’ templi, ma sì degli ordini, comuni ad ogni edifizio. Così ottiensi anche più giusto ordine nella mole dei libri, e più ragionata distribuzione che non sia quella che l’autore tolse da Vitruvio.