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integre, cornici, recinti (1), stucchi, figure, riquadrati impalchi e altri modi che per il disegno dichiarerò, a cui mi riferisco per resecare ogni superfluo parlare.


CAPO XIII.

Dei modi per trovar acqua.

Perchè l’acqua è molto necessaria al vitto dell’uomo ed all’utilità, comodità e ornato della casa, a maggiore perfezione del presente libro ultimatamente mi pare conveniente e necessario dichiarare i modi e vie per i quali le acque che sotto terre sono ai sensi occulte, per la ragione possano essere manifeste; de’ quali modi parte ne ho tratti di diversi autori, e parte per lunga esperienza ho conosciuto.

Alcuni sono che di questo vogliono dare giudizio per l’erbe generate per l’umidità o natura dell’acqua, come sono giunchi sottili, canne, edera, unghia cavallina, covevo ovvero iolatro, turina, cauda equina, felce e altri simili erbe (2): e per alcuni alberi, come alno, salcio, populo negro, frassino, vetrice dalla natura del luogo generati. Ma questi, secondo la mia opinione confermata per l’esperienza, sono segni molto fallaci, onde miglior via fu giudicata doversi tenere considerando i terreni e sassi: perocchè nei terreni dove si vede alcune vene bianche si può dire di certo in quello essere acqua, ma in piccola quantità. Nè’ terreni negri benchè qualche quantità d’acqua accolta fusse, non è però buona, perchè sono lattate e grasse e con manifesto sapore: onde sono impure come di sopra è dichiarato. Nei terreni da vasi, ovvero crete, non è da sperare: non si troverà acqua, perchè non essendo porosi non hanno concavità in se dove l’acqua si genera. Nelle genghe (cioè tufo in colore di argilla) non sono vene d’acqua, ma gemitivi

  1. Recinti chiama l’autore costantemente nel cod. membranaceo Saluzziano le cornici in giro ad una stanza. I disegni promessi mancano nel codice.
  2. Vitruvio (VIII, 1), Plinio (XXXI, 27), Palladio (Augustus, 8) prescrivono indizi consimili. La cauda equina è la coda cavallina. Il covevo ovvero iolatro, nel cod. sanese e scritto conaro.