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quali la linea media sia quadripartita (Tav. I. 12), di poi si tiri una linea diagonia dall’A al B intersecante il partimento medio, e quanto sarà l’altezza della diagonia linea, tanto sia l’altezza e sfogo nei duplicati quadrati, il cui diametro e base sarà parti otto, e la linea A B sarà circa a nove: una delle dette parti sarà modulo a tutto l’edifizio; e con queste simili regole moltiplicando la latitudine in maggior diametro, tirando la linea diagonia da angolo ad angolo attribuendo quella nell’altezza, l’edificio verrà avere giusta e conveniente misura.

Se anco si faccia il quadrato, tirate le linee A D, C B, dipoi una linea diagonia E B (Tav. I. 13), nell’intersecazione delle dette linee, cioè A S, questo sarà modulo a tutto l’edifizio, e l’altezza della maggior linea diagonia all’altezza di tutto l’edifizio attribuita sia, con quelle medesime ragioni che delle altre è detto.


CAPO X.

Dei palazzi pubblici.

Dopo le private, conseguente cosa è, secondo l’ordine promesso, trattare delle pubbliche case, le quali sono di due specie, cioè di signori e persone proprie1, ovvero di tiranni e di repubbliche. Le case delle repubbliche, ovvero palazzi, in prima debbano avere la piazza comune e principale della città innanti, siano libere od espedite intorno con una sola entrata, benchè più apparenti entrate bisognasse di fare per non rompere l’ordine: e per questa entrata ad un atrio si pervenga, dipoi ad un cortile intorno al quale siano le entrate di tutti gli uffizi o maggior parte di quelli che alla repubblica che bene governasse si aspetta di avere; appresso alla porta una stanza per i portinari, e un salotto con un cammino dove per i freddi si possano i famigli ridurre. Appresso di questo una stanza per le legna che al fuoco detto bisognano:

  1. Persone proprie de’ signori, cioè loro clienti e servi (Ducange in Proprius). Tiranni poi chiamavano gl’Italiani d’allora, come già chiamato avevano i Greci, chi colla violenza o col raggiro fosse giunto al supremo dominio in patria.