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e questo pare che sia contro la determinazione detta: il secondo, che essendo l’olio caldo e umido come il vino, pare che quella medesima plaga che è conserva del vino sia eziandio dell’olio, e niente di meno è detto essere la opposita. A questi dubbi rispondo che benchè la frigidità non corrompa l’olio mentre che tiensi congelato, niente di meno rende l’olio disposto a corrompersi facilmente dopo la preparazione della predetta frigidità e advento del calore: e per volere essi olii oltra alla natura dei luoghi preservare, ogni sei mesi sono da tramutare, acciò non diventino forti, e levandoli d’in sulla madre lasciano ogni grossezza, permutandoli in altri vasi si mantengono. Alla seconda ragione più forte, si risponde tenendo l’opinione predetta, la quale per Plinio si conferma dicendo che la umidità dell’olio è umida aerea ed untuosa, facile all’incendio, ma quella del vino è umidità acquea. E avvegnachè queste due umidità siano, secondo molti, d’una medesima specie, niente di meno arguiscono e ci dimostrano diversità in altri accidenti: e così non si concede che simile sia la natura dell’olio a quella del vino in tutto, ma sono tanto differenti che alla conservazione dell’uno, altro si ricerca che a quella dell’altro: benchè io stimi molte altre qualità concorrere principalmente alla complessione de’ corpi che queste quattro qualità.


CAPO VI.

Delle stalle.

Alle case dei signori, gentiluomini e mercatanti, e molto più a quelle dei villani, che dei privati cittadini, fa di bisogno sieno applicate, ovvero in esse incluse le stalle per i cavalli e altre bestie; delle quali al presente trattando, in prima è da sapere che le stalle generalmente devono essere locate in luoghi caldi, ma non appresso a fuochi, come di fornace, ovvero altri fuochi, perchè, secondo Vitruvio, si fanno i cavalli orridi per l’eccessivo calore del fuoco1.

  1. Ecco le parole di Vitruvio (VI, 9) Equilia quam maxime in villa, ubi loca calidissima fuerint, constituentur, dum ne ad focum spectent: cum enim jumenta proxime ignem