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libro ii. 157

dico che ogni magnificenza, ogni opera e pompa mondana fatta in laude e gloria di chi ne ha dato il sapere e potere, è atto meritorio.

Adunque concludendo possiamo dire che senza vizio alcuno si può edificare secondo che la natura inclina ciascuno a fare un domicilio secondo l’intenzione sua se dagli antecessori non lo ha posseduto: e quello fare con dilettabile apparenza e amena esistenza, secondo la ragione dell’architettura: perocchè il medesimo spendio regolato rende l’edifizio congruo, comodo, durabile, che senza norma di architettura produce in tutto contrarii effetti.


CAPO I.

Della situazione delle case secondo i climi ed i venti.

Due sono le principali parti del presente libro, nel quale delle simmetrie delle case si considera: delle quali la prima dichiara le proprietà comuni, e la seconda le particolari determina. Quanto adunque alla prima parte è da sapere, che la prima avvertenza che l’architetto debba avere è di considerare in che clima, plaga, ovvero provincia si ha a fare l’edifizio, e la complessione di quel luogo avvertire: perocchè il sole per i suoi varii moti diversamente discorre sopra la terra abitabile, varie zone causando, come l’esperienza ne insegna, onde varie complessioni e qualità non solo nelle piante e animali produce, ma ancora nelle pietre e loci diversi. Per questo altre considerazioni sono necessarie ad uno edifizio in Egitto, altre in Alamania, altre in Ispagna, altre in Italia, altre nella parte opposta ad Ispagna (1); dove è da intendere che essendo la complessione umana una certa armonia e temperanza di quattro qualità contrarie ridutte al mezzo (benchè, come scrive Avicenna nel primo libro, abbia in sè grande latitudine) per la cagione assegnata del sole, ogni eccessiva qualità quella corrompe. E per questo le case da farsi sotto il mezzogiorno, debbono verso il settentrione con lumi e con stanze più usate e abitate esser volte: e per contrario quelle

  1. Vitruvio VI. 1.