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dalla mancanza delle figure nel codice Sanese, e sopra tutto di quelle di fortificazione: ma dopo scoperto il codice Magliabechiano, fece quasi un invito agli architetti per la pubblicazione e singolarmente ai Sanesi, offrendosi e pei lumi dell’arte e per la spesa1. Ma anche questa volta, se vi fu la volontà, mancò l’effetto.

Ora solamente alla pubblicazione di codesto trattato concorsero condizioni propizie. Un Personaggio gentile, versatissimo negli studi dell’arte, ed in quelli della storia e delle cose militari, raccolse intieri i libri di Francesco di Giorgio, e volse l’animo a farli cosa pubblica. I lettori Italiani, e fra essi coloro singolarmente che Piemontesi sono, già sanno ch’io parlo di Cesare Saluzzo Governatore delle LL. AA. RR. i Duchi di Savoia e di Genova, tenente-generale, e grande scudiere di S. M. il Re di Sardegna. Egli possessore di una biblioteca di libri storici e militari quanto si possa dire copiosa, trovatore ed acquisitore di codici rarissimi, conoscitore profondo dell’istoria nostra ed amatore caldissimo delle antiche glorie italiane, non volle che la maggior opera di Francesco di Giorgio rimanesse più sepolta.

È per Cesare Saluzzo che i cultori della storia dell’architettura militare leggeranno il più compiuto trattato di quell’arte antica di fortificare, che ora i tanti libri ed i dissepolti documenti, ed il genio del secol nostro che si rivolge ai padri suoi, hanno fatta sì cara: per lui sarà dato agli architetti un libro di un artista dell’aureo secolo

  1. Lettera Antellana I e IV

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