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di fr. di g. martini. 101


«Chasa di chatellina per maggior parte ruinata1».

«Hedifitii in Tiboli vecchio2».

Seguono quattro case del decimoquarto secolo in Roma, con alcune chiese che paiono di sua fantasia.

Il foglio 96 v.° sino a tutto il 98 sono ripieni di elmi, targhe ed attrezzi navali disegnati ed inventati da ornatista assai più che da pittore. Il f.° 99 ed il f.° 100 r.° contengono varie ornatissime basi corintie antiche. Finalmente non devo omettere che, al f.° 81 r.°, è disegnato quell’edificio di Perugia, quale il nostro Cecco ne’ seguenti trattati, dopo vistine altri due a Civitavecchia ed a Baia, chiamò Camino antico: ma all’età nella quale terminò il codice presente, tale idea non gli si era ancora affacciata alla mente, onde lasciò il disegno senza titolo, ed il foro della volta coprillo capricciosamente con una pina, com’era tradizione a’ giorni suoi che la pigna di Belvedere fosse già stata sull’occhio del Panteon3. Prova novella che nel 1491, nel qual anno Francesco andò a Napoli, già era il nostro codice da lunga mano compiuto affatto.

Di questo codice non conosco alcuna copia.

IV (A). Codice di macchine di Cecco di Giorgio. Codice autografo, anepigrafo, cartaceo, esistente nella libreria comunale di Siena, ove, sono pochi anni, fu rinvenuto: numera cento settantadue pagine di disegni, e termina con un trattatello delle misure d’ogni specie presso gli antichi in un capo solo intitolato Delle misure e del suo vocabolo. I disegni dimostrano varie maniere di ceppi e di carri per bombarde e passavolanti: il modo di far la mina con polvere: steccaie per fiumi, e spuntoni per ingombrare e chiudere le bocche de’ porti: macchine per tirare e per innalzare: briccole e mangani per lanciare giavellotti, sassi e brandoni di fuoco: ponti portatili, galleggianti ed estemporanei:

  1. Pianta di porzione del Palatium, che da lungo tempo chiamavasi Casa di Catilina (Anonimo nel Diario del Montfaucon, pag. 294).
  2. Sono varie parti di villa Adriana, ora quasi tutte disfatte. Degli edifizi della città di Tivoli segnati nel codice, ora pochissimi ne rimangono.
  3. Anonimo cit. di Montfaucon, pag. 287. Pinea ænea quæ fuit coopertorium in foramine Pantheon.