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AI LETTORI.





L’opera che ora vede la luce fu desiderata da lunghi anni. Già sin da’ primi tempi che venne scoperto il codice Sanese di Francesco di Giorgio, alcuni amatori del nome suo ebbero in animo di pubblicarlo. La edizione prima doveva esser fatta nella patria dell’autore, onde quel bibliotecario abate Ciaccheri, che ne aveva tolto l’impegno, faceva istanza agli amici gli porgessero gli opportuni lumi: e già il bolognese Vincenzo Corazza aveagli promesso aiuto; parecchie annotazioni le desiderava dal Galiani di Napoli traduttor di Vitruvio, e le occorrenti dilucidazioni circa i materiali di costruzione attendevale dal geologo Baldassarri di Siena, con altri sussidii da Lodovico Bianconi1; ma, poco dopo, pare ne abbandonasse persin l’idea, come m’insegna una lettera scrittagli nell’anno 1782 da Leonardo De-Vegni2. A tale

  1. Lettera del Ciaccheri del 1762 presso Targioni, Viaggio in Toscana, vol. IV. Lettera del 1769 di Francesco Milizia al Temanza.
  2. Lettere Sanesi, vol. III, pag. 89.