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perciò gratissimo anche al figlio Guidobaldo: e per ambidue pare anche che militasse (1). Chiamaronlo ne’ lor bisogni i più potenti principi d’Italia, dico gli Aragonesi ed i Visconti, dai quali fu laudato come architetto nobilissimo, uomo degno d’ogni encomio. Virginio Orsino, principalissimo barone romano, scriveva tali essere le virtù di Francesco, che ad uomo anche più versato di lui avrebbero certamente soddisfatto. Affezionati forse più di tutti alla persona sua ed all’ingegno, i governanti di Lucca lo dissero architetto egregio, di singolare ed eccellente ingegno, tutto modesto, e d’animo benigno e liberale, e rallegrarsi essi con Siena, che avesse un così buono e modesto cittadino, e nell’architettura versato per modo, che a giudizio loro non v’era il pari in tutta Italia. Della sua moderazione dirò che fu tale, che parlando nel trattato suo di taluni che facevansi belli delle scoperte altrui, aggiunge che li nominerebbe a nome, se non fosse stato ch’ei non voleva che si credesse che per la nimicizia della patria si movesse a dir male di loro: parole assennate e moderate assai per que’ tempi di tanta ira municipale. E queste lodi di Francesco io le ripeto dalle concordi voci di gente non sanese, onde meglio appaia quant’egli fosse amato e desiderato dagli strani nonchè dai cittadini suoi, e lodato in vita più assai dai primi che non dagli ultimi.

Fugli compagno ed amico Jacopo Cozzerelli pittore ed architetto (2), ed ebbe discepoli Baldassar Peruzzi pittore ed architetto esso pure, e giunto in singolar grado di eccellenza (3), ed un Giovanni del quale parlano gli autori ed i monumenti di sua patria, e che dall’arte che specialmente esercitò, fu detto delle bombarde (4): tutti tre nati ed ammaestrati in Siena.

Fuvvi più tardi un Francesco da Siena dal Bottari confuso col nostro autore (5): ma ei visse dopo, e fu discepolo del Peruzzi. Noto pur an-

  1. Lo ritraggo dal Codice sanese di architettura, f.o 27 recto, ove dice aver più volte per esperienza veduto che le bombarde traendo all’ingiù facilmente si rompono.
  2. Vasari, in fine alla vita di Francesco di Giorgio.
  3. Commentari di Egnazio Danti alla prospettiva del Vignola. Annotazione 3.a alla regola prima.
  4. Lettere Sanesi, vol. III, pag. 112.
  5. Note al Vasari, in Baldassar Peruzzi.

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