Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/103


di fr. di g. martini. 83

scorsi, affinchè la casa posseduta da Francesco passasse agli eredi suoi, da questi all’uffizio della mercanzia, per essere poi trasmessa al quarto possessore Sebastiano da Cortona.

Delle opere di Francesco parmi di aver detto abbastanza, enumerandole a luogo; solo ripeterò (quantunque già io l’abbia affermato meglio di una volta) che Francesco più studiò e più esercitossi nella militare architettura che non nella civile: quindi maggiore gliene venne da quella la gloria ed in essa più numerose assai sono le sue opere, mentrechè nelle civili costruzioni poche sono che con certezza siano sue: e ciò ho qui voluto ripetere a disegno, onde si sappia per qual motivo non si trovi qui unito il catalogo delle opere che probabilmente furono condotte dal nostro autore; io questo catalogo non l’ho disteso, perchè penso che piccolissimo sia il numero delle sue fabbriche civili in Siena, e più scarso ancora nelle regioni ov’egli fu chiamato e visse quale ingegner di guerra: quindi, non avendo io percorse tutte quelle provincie, non potrei tessere un elenco documentato e fededegno, nè amo l’usanza seguita dal più degli scrittori di vite d’artisti, di attribuire al personaggio che illustrano quanto siasi in patria sua fatto a’ suoi giorni. Questo fu difetto del Romagnoli, il quale alle belle notizie che diede di Cecco, fe’ succedere una lunga nota comprendente pressochè tutti i quadri dipinti e gli edifizi innalzati in Siena dal 1460 al 1506, ed ogni cosa a lui attribuendo: ed egual giudizio portando, da relazione altrui, circa quasi che tutte le fabbriche che mai si ergessero dai Feltreschi negli ultimi lustri del docimoquinto secolo. Non ho veduto le ricerche sulle architetture di Francesco di Giorgio nel ducato di Urbino fatte e descritte dal dottor Gian Girolamo Carli nella seconda metà dello scorso secolo (1): perciò anche ne taccio, solo aggiungendo che opera degli ultimi anni di sua vita fu il codice III di architettura, che ora vede la luce: e che fatica sua postrema fu il codice Magliabechiano de’ disegni di fortificazioni, de’ quali molti compariscono ora incisi.

Ora venendo alla persona di Francesco, dirò che in una miniatura del decimoquinto secolo del codice membranaceo Saluzziano (la quale

  1. Comolli, Bibliografia architettonica, vol. I, pag. 259.

13