che premia col successo chi segue l’andazzo e prepara la persecuzione o, ciò che è forse peggio, l’oscurità e l’indifferenza a chi vi si oppone, corrompono la maggior parte delle nature elevate: i mali peggiori della società non provengono dalle anime volgari che non sono mai grandi nè nel bene nè nel male, ma da anime grandi per natura che la società e la educazione hanno traviato. La filosofia, abbandonata dai suoi veri figli, li vede sostituiti da indegni che la disonorano. «Degli omiciattoli vedendo il posto vuoto e la distinzione del nome e dei titoli lasciano il loro mestiere dove il loro piccolo talento avrebbe forse fatto buona prova, e si gettano nelle braccia della filosofia come dei delinquenti che, fuggiti dalle prigioni, si rifugiano nei templi. Perchè la filosofia, malgrado lo stato di abbandono in cui è ridotta, conserva ancora sulle altre discipline un ascendente, una superiorità che la fanno ricercare da queste nature che non erano fatte per essa, da queste anime servili a cui le basse occupazioni hanno contraffatto l’anima e il corpo. Non li diresti tu, a vederli, uno schiavo calvo e piccolo, uscito da poco dalla officina e dai ceppi, che per aver raccolto un piccolo peculio, ripulitosi nel bagno e vestito di nuovo, si presenta come sposo per sposare la figlia del padrone che la povertà e l’abbandono costringono a queste nozze?» Che cosa accade quindi delle poche nature migliori che la fortuna o la nobiltà interiore hanno salvato dalla corruzione? «Chi tra questi rari individui gusta ed ha gustato la dolcezza e la felicità che si provano nella saggezza, vedendo la follia del resto degli uomini e il disordine introdotto nello stato da quelli che brigano per governarlo, non vedendo intorno a sè alcuno che voglia secondarlo per far trionfare la giustizia, considerandosi come in mezzo ad un branco di bestie feroci, delle quali non vuole condividere l’ingiustizia ed al cui furore cercherebbe invano di opporsi, sicuro di rendersi inutile a sè ed agli altri e di perire prima di aver reso il minimo servigio alla patria, pieno di questi pensieri, si tiene tranquillo, occupato soltanto delle cose sue; e come un viaggiatore assalito da una violenta tempesta si stima felice di trovare un muro per mettersi al riparo dalla pioggia e dai venti, così vedendo che la ingiustizia regna dappertutto impunemente, egli considera come il colmo della fortuna il poter conservare nella sua solitudine il cuore puro dalla iniquità, il passare i suoi giorni nella innocen-