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perstizioni di origine locale e straniera che ripullulavano continuamente nel seno stesso del jahvismo mosaico. Ed è degno di nota che quando, dopo il ritorno dall’esilio, si realizzò l’ideale profetico della teocrazia mosaica, l’ideale realizzandosi ricadde, sotto altre forme, in quella medesima corruzione che i profeti avevano combattuto e le superstizioni antiche rivissero nel culto sacerdotale. Il culto venne indirizzato d’allora in poi al solo Iahvè, ma diventò un culto puramente formale ed il polidemonismo risorse nella rappresentazione dogmatica degli angeli e dei demoni; le cerimonie rituali di purificazione e di espiazione sostituirono i riti magici del naturalismo popolare. Contro questo nuovo paganizzamento del mosaismo insorse la coscienza religiosa dei profeti posteriori all’esilio: e questa reazione, di cui abbiamo i primi inizii nella religiosità pia dei salmi, ebbe in Gesù il suo massimo rappresentante.

La reazione mistica dovrebbe nella sua purezza essere una restaurazione, un ravvivamento interiore d’un sistema indiscusso di simboli: e quantunque non sia mai realmente tale, perchè una restaurazione pura e semplice è storicamente assurda e perchè vi confluiscono sempre altri moventi, è fuori di dubbio che in molti casi essa costituisce il momento essenziale del rinnovamento religioso. Ma questo rinnovamento può procedere in certi casi anche da un’altra ragione: vale a dire può presentarsi come reazione non solo contro il degradamento dei simboli, ma anche contro la costituzione stessa di questi simboli, come espressione della loro insufficienza di fronte al progresso della vita religiosa. — Ogni sistema di simboli religiosi è sempre in origine anche una costruzione teoretica fondata su d’una visione geniale della realtà: e questa visione costituisce per quel tempo la forma più alta del sapere. La medesima esigenza tuttavia che ha dato origine ai primi simboli (la fissazione e la trasmissione della vita religiosa) sospinge lo spirito verso la creazione d’un simbolismo concettuale, logico: sotto la pressane medesima d’una vita religiosa più ampia ed intellettualmente raffinata il pensiero logico, esercitato già dalle esigenze pratiche, si apre alla considerazione disinteressata del tutto e cerca di fissare questa attitudine religiosa in simboli adeguati, in un sistema concettuale di valore universale ed obbiettivo. — Però quest’azione ha il più delle volte al suo inizio tendenze