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una trasformazione magica delle specie consacrate. Non è meraviglia che allora al simbolismo così inteso si accompagnino l’uso degli amuleti ed altre pratiche proprie soltanto della religiosità inferiore. — Questo adattamento d’una concezione religiosa alla mentalità collettiva inferiore si rivela del resto, oltre che nei simboli, anche nella disciplina e nella morale. Ben è noto come il Buddismo, che fu da principio una congregazione ascetica di monaci, abbia dovuto accogliere intorno a se il mondo laico, come una specie di terzo ordine con una meno rigorosa osservanza. Anche il cristianesimo primitivo, così ostile al mondo, dovette pure, diffondendosi, fare al mondo la sua parte: e così accanto alla morale dei perfetti accogliere, come una specie di programma minimo, una morale inferiore anche troppo conciliabile con le esigenze della vita esteriore.
Ora, è naturale che tutto questo non sia senza provocare una reazione nelle anime sinceramente ed altamente religiose: nella storia della religione a questo processo di esteriorizzazione, di paganizzamento si contrappone costantemente un processo di interiorizzazione, di elevazione, che si manifesta variamente, secondo le circostanze, come ascetismo, come misticismo, come eresia: onde con qualche ragione si è potuto dire che la vera storia della religione è la storia dell’eresia. Noi denominiamo questa reazione, reazione mistica. La maggior parte delle sètte mistiche e delle eresie che fiorirono in Occidente nella seconda metà del medio evo rappresentano una reazione mistica contro il paganizzamento del cristianesimo: esse si accordano infatti in generale non solo nel proposito di ricondurre la chiesa alla purezza ed all’interiorità della fede primitiva, ma anche nel rigetto della maggior parte dei sacramenti e dei riti, nel disprezzo del formalismo esteriore e superstizioso. Il pietismo di Arndt e Spener fu un ravvivamento del misticismo che già aveva infiammato i grandi riformatori, una reazione contro il formalismo arido in cui era degenerato il luteranesimo, un movimento in favore della religiosità e della pietà interiore. Ma l’esempio più luminoso di questa forma di reazione della coscienza religiosa ci è dato dal profetismo ebraico. Il proposito dei profeti (specialmente fino a Geremia) non è tanto di lottare contro il particolarismo e l’antropomorfismo della concezione ebraica di Iahvè, quanto di purificare il culto di Iahvè dalle su-