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bensì di rendere possibile questa vita. Tale attività e le istituzioni materiali che ne sono l’estrinsecazione hanno per fine solo di perpetuare nell’umanità le condizioni intellettive che sono il fondamento della conservazione e del progresso della vita religiosa; la cultura scientifica, dice Fichte, ha per fine di ricondurre l’uomo in sè stesso, sul terreno della sua vita interiore e di avvezzarlo a dirigere l’occhio suo là donde a lui deve sorgere la vera vita, a cogliere la forma fuggente ed a rivestirla con simboli, concetti e parole. Di qui si comprende come all’individuo che ha dedicato sè medesimo al culto dello spirito, questa vita possa apparire come fine a sè stessa e come essa sia venerabile anche là dove essa non riesce immediatamente a quello che è il suo ultimo fine. Ma questa concezione individuale della funzione scientifica se può avere un valore per l’individuo, non ne ha naturalmente alcuno quando si considera questa funzione nella totalità sua, nell’azione umana collettiva in cui soltanto l’azione individuale appare nella sua vera luce. Una è la realtà ed uno il fine verso cui si volge il corso della vita e delle cose: colui che si isola nel suo piccolo mondo e pretende che esso sia fine a sè stesso non fa che chiudere gli occhi dinanzi al vasto movimento della realtà universale che avvolge ed inserisce la sua individualità impercettibile in una più larga corrente di vita.
Ma altro, si è detto, è lo stato di diritto, altro lo stato di fatto. Nell’ordine ideale l’attività scientifica è una funzione religiosa e come tale è parte di quella vita che si propone all’umanità come il fine e la ragione di tutte le altre attività: che cosa è invece nell’ordine reale? Per comprendere la ragione del posto che la vita dell’intelligenza occupa nella realtà della vita è necessario ricordare che ogni forma superiore della vita si erige sopra le inferiori non per un’ascensione pacifica e sempre uguale, ma per una specie di lotta, come qualche cosa che primitivamente non era voluto e che solo in seguito si impone come il termine finale di tutto il processo; i grandi fini ideali che caratterizzano le diverse sfere della vita appariscono dapprima solo come timide rivelazioni d’una vita nuova che dipende strettamente dalla vita inferiore da cui è sorta e serve interamente ai suoi fini. Così è per esempio che la vita cosciente, la quale pure nel suo ulteriore svolgimento rivela fina-