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Il regno dello spirito1.



Illustri Colleghi, Signori,

La ragione ultima di ogni problema che lo spirito si propone nella considerazione delle cose è sempre riposta in una contraddizione interiore della realtà, in un contrasto, in una dualità che il pensiero esige venga conciliata in un’unità. Il rapporto di causa ed effetto che noi ci proponiamo di stabilire quando ricerchiamo gli antecedenti, le condizioni d’un fatto, è un’unità interiore che collega due fenomeni successivi prima disgiunti e che per questo collegamento ce ne rende più intelligibile l’insieme; analogamente quando noi riconduciamo un fenomeno ad un principio generale, noi affermiamo implicitamente che la diversità apparente di più fenomeni ha la sua ragione in un’unità più profonda, in un processo il quale si ripete in circostanze diverse, ma è, nella sua sostanza, identico. Questo non è che un caso particolare, del resto, d’una legge a cui obbedisce ogni attività umana; in fondo ad ogni aspirazione, ad ogni sforzo vi è un’aspettazione delusa, un contrasto fra la realtà e ciò che esige il nostro desiderio: senza il contrasto perenne fra l’ideale ed il reale tutto il mondo delle attività umane si acquietereb-

  1. Discorso inaugurale dell’anno scolastico 1908-09 letto nell’Aula Magna dell’Accademia scientifico-letteraria il 9 novembre 1908.