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Hanno gli animali la facoltà dell’intelligenza? Certo. Hanno la ragione? Qui il Meier fa una distinzione. Circa il primo grado, che è la conoscenza dei rapporti delle cose in concreto, lo afferma; quanto al secondo, che è la conoscenza dei rapporti astratti, dice: non possiamo saperlo. Un altro libro del tempo favorevole agli animali è quello di C. G. Leroy, un ispettore forestale, che ebbe campo di fare molte belle osservazioni e pubblicò, anonimo, nel 1764 alcune «lettere filosofiche sull’intelligenza e perfettibilità degli animali», che furono ripubblicate nel 1862 e, in traduzione inglese, nel 1870. Un libro di valore, che rivela anche un uomo di gran cuore, è pure quello del danese Smith, che ha per titolo: «Sistema della natura e del destino degli animali e dei doveri dell’uomo verso di essi» (1793); in esso l’autore insiste sul fatto che gli animali hanno in vero senso dei diritti, come l’uomo. — Anche la filosofia empirica del secolo XVIII è in genere favorevole all’animale: Hume, Lamettrie, Bonnet1, Condillac, che nel suo trattato degli animali attribuisce ad essi tutte le facoltà umane.

Per la tesi opposta, e cioè per l’esistenza, fra l’uomo e l’animale, di differenze essenziali e profonde, stanno Aristotile, gli stoici2 e gli scolastici; il libro del p. Wasmann sull’istinto e sull’intelligenza nel regno animale ha appunto per fine di dimostrare questa tesi3. Tra i filosofi moderni meritano d’essere ricordati S. Reimarus, autore d’un bellissimo libro sugli istinti degli animali (1760), Kant e Fichte, i quali considerano l’animale come una cosa, escludendolo dal campo del diritto e della morale.

In qual senso inclini il pensiero contemporaneo occorre appena dire: la dottrina della separazione assoluta, più che nell’esame spassionato dei fatti, ha la sua origine in preconcetti dogmatici ancora profondamente radicati nella mentalità tradizionale. Questo ci spiega perchè la scolastica contemporanea sia avversa, quasi dura verso l’animale: essa teme che, tolte le profonde barriere tra l’uomo e l’animale, se ne possano deri-

  1. Cfr. E. Claparède, La psychologie animale de Ch. Bonnet, 1910.
  2. Cfr. Dyroff, Zur stoischen Tierpsychologie, 1897.
  3. F. Wasmann, Instinkt und Intelligenz im Tierreich ³, 1905.