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In queste specie la durata della vita rimase sufficiente per rendere possibile l’esperienza, l’osservazione e la trasmissione delle nuove acquisizioni: le operaie vivono da cinque a sette anni, le femmine più di dieci anni. Questo rese possibile un certo progresso individuale: perciò le api e le formiche non solo hanno istinti molto complessi, ma anche delle abitudini e presentano ancora una certa capacità d’intelligenza molto superiore a quella degli altri insetti1.
Questo concetto dell’istinto ci permette ora di giudicare che cosa valga la distinzione comune, secondo cui l’uomo segue la ragione e l’animale l’istinto. L’istinto è un meccanismo psicologico ereditario: ma nessuna vita è puramente meccanica, come nessuna è senza meccanismi. Anche l’uomo ha i suoi istinti: quanta parte della vita umana è retta da questi meccanismi! La ricerca dell’ornamento, il culto della moda, per es., sono atti istintivi: sono meccanismi coscienti, che l’individuo segue senza comprendere il fine al quale sono indirizzati. Quindi anche l’uomo è un essere istintivo. — D’altra parte l’animale non è puramente istintivo, la sua vita non è un semplice meccanismo d’istinti. Anzitutto una coscienza puramente meccanizzata non è concepibile: resta sempre, per quanto piccolo, un elemento di spontaneità, che è ciò appunto che mette in opera i meccanismi subordinati. In secondo luogo bisogna ricordare che anche la vita istintiva presente è la creazione dell’intelligenza. Sono gli atti intelligenti di individui vissuti in altre età geologiche, che hanno creato gli istinti: anche là hanno dovuto sorgere di tanto in tanto individui più intelligenti, le cui abitudini sono state imitate e trasmesse, indi perfezionate a lunghi intervalli da nuovi atti d’intelligenza: quindi tutta la saggezza dell’istinto è stata anch’essa intelligenza viva e creatrice. Noi vediamo ancora in certe specie gli stadii successivi, che hanno condotto a certi istinti meravigliosi: essi sono rappresentati da tante specie diverse. Il Perrier (l. c., p. 566-7) ha creduto anzi di poter enunciare questa legge: «Tutte le volte che si osserva presso un animale
- ↑ Si cfr. la spiegazione che, nello stesso verso, dà delle migrazioni dei lemmings in Norvegia il Crotch in Romanes, ib., p. 312. E per le migrazioni degli uccelli v. K. Graeser, Der Zug der Vögel, eine entwicklungsgeschichtliche Studie, 1905.