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Per es. se si introducono formiche di razze diverse in un formicaio, vengono subito uccise: ma se, pur essendo d’aspetto completamente differente, vengono prima lavate con alcool e poi immerse in una massa ottenuta schiacciando molte formiche del formicaio in cui vengono introdotte, vengono lasciate stare. Se vicino ad un formicaio si chiudono con un velo sottile in un vetro delle formiche straniere, quelle del formicaio cercano di penetrare attraverso il velo per ucciderle; se si chiudono delle formiche del formicaio, nessuno se ne cura ed esse muoiono di fame.

Almeno sotto questo rispetto il nuovo indirizzo è quindi stato utile: ma i suoi principii sono inaccettabili e questo spiega perchè, dopo un momento di moda, sia stato rapidamente oltrepassato. Riferirò soltanto il giudizio di due psicologi ben noti per il valore dell’opera loro, il Flournoy (Ginevra) ed il Forel (Zurigo). «Troppi scienziati moderni (scrive il Flournoy nell’Introduzione alla Psicologia animale del Checchia) credono ancora che i principii del metodo scientifico siano tali da obbligarli a considerare gli animali, alla maniera di Descartes, come pure macchine ed a negare loro ogni vita psichica propriamente detta ad onta delle evidenze del senso comune e delle esperienze quotidiane. Il rigore logico e la preferenza per le spiegazioni meccaniche e fisico-chimiche portano al pregiudizio e costituiscono degli ostacoli alla verità, quando ci impediscono di riconoscere i fatti più patenti, i quali ci mostrano come gli animali posseggano, press’a poco, le medesime facoltà che noi possediamo: il sentimento, la memoria, l’intelligenza, il ragionamento, la riflessione, forse anche la facoltà matematica e quella del linguaggio». Ed anche più severamente il Forel: «Il terrore della metafìsica e l’orrore della religione affettati dai nostri scienziati moderni cadono spesso nel feticismo dell’atomo materiale. Si potrebbe dire che sono affetti da filosofofobia e misoteismo. Queste tendenze costituiscono un curioso sintomo che si esplica e si scusa in parte per gli eccessi di sterile speculazione dell’antica metafisica e per gli orribili abusi della religione. Ma gli scienziati da parte loro cadono quasi regolarmente nell’assurdo, immaginandosi di vedere dei fatti nei prodotti della loro immaginazione e trascurando di studiare i principi filosofici fondamentali della conoscenza che ci insegnano a comprendere