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sti, la fisionomia tradiscono l’espressione d’una vita interiore: una vita forse estremamente diversa e lontana dalla nostra, ma che in ogni modo ha anch’essa i caratteri della coscienza e non può essere ridotta ad un semplice meccanismo fisiologico. «Che dall’uomo fino ai protozoi la coscienza sia una proprietà universale degli esseri viventi, non può venir messo in dubbio. Nei gradi più bassi di questa scala certo saranno le sensazioni contenute in limiti molto ristretti e la volontà determinata nel modo più semplice dagli stimoli organici più diffusi. Tuttavia le manifestazioni vitali anche dei più umili protozoi sono esplicabili solo col presupposto che ad esse stia a fondamento una coscienza, la quale è diversa dalla nostra solo per il grado del suo sviluppo»1. La manifestazione più universale e più sicura della vita interiore (dice il Mackenzie nel suo bel libro «Alle fonti della vita)» è l’espressione: questo è il linguaggio più universale e più antico. Per esso noi leggiamo benissimo nella psiche degli animali superiori; per esso noi vediamo con certezza il bambino in tutti i piccoli sia del cane, sia del coniglio, sia della stalla, sia del pollaio: una parentela comune collega i giovani dei viventi più eterogenei. Anche negli insetti vi è una serie di espressioni, di gesti che rinvia con evidenza ad una corrispondente vita interiore: negli stessi esseri infimi, se noi li guardiamo senza preconcetti, troviamo la rivelazione d’una vita psichica più o meno analoga alla nostra. «E qui mi si affollano alla memoria gli innumerevoli spettacoli microcosmici, dai quali balzò palese per me questa intuizione della realtà. Rammento fra i molti quello offertomi da un’Astasia, specie di flagellato proteiforme che durante ore intere vidi lavorare per districarsi da un gruppo d’alghe. Tutte le vie vennero tentate, a tutti gli spiragli cercò di adattarsi il corpo elastico del microrganismo, assumendo all’uopo le più strane forme. E finalmente il successo le arrise...»2.
La severità del giudizio che dovremmo portare sulla teoria dei tropismi deve però essere attenuata da una considerazione: che essa è stata una reazione salutare contro le superficialità